Marcatori: 4’ Grossi F. (C), 31’ Martini An. (C), 36’ Torri (R), 54’ rig. Iori (R)
Assist: Rinaldi (R)
Rigori Il Cerro: Martini An., Castagnoli F., Castagnoli S., Farinelli Al., Fontanelli E., Buldrighini, Farinelli An., Macrillò, Attolini, Cervi, Fioravanti (parato), Magrì, Grossi F., Martini Al., Martini An., Castagnoli F.
Rigori Rodano: Martignoni, Iori, Boni, Di Giorgio, Rinaldi, Fontanelli R., Kondakciu, Torri, Corradini, Faboure, Melioli (sbagliato), Mayani, Braglia, Vecchi, Spitaleri, Martignoni (parato)
CRONACA
Si diceva che in via Mattarella fosse già tutto pronto per il corteo. Si diceva che Il Cerro sì, forse un tempo poteva resistere. Si diceva che il Briso avesse in mano quindici biglietti per Lloret de Mar, solo andata. Si dicevano tante cose, ma sicuramente non si diceva che quella di mercoledì 19 giugno 2024 sarebbe stata una partita unica nel suo genere. Perché, se è vero che non c’è finale migliore di quella che finisce ai rigori, come potremmo descrivere una finale che finisce dopo 32 rigori? Sì, signori, 32 rigori, avete letto bene.
Il Cerro è campione, campione per la terza volta nella sua storia. Dopo i successi del 2003 e del 2011, si ripete da underdog, con una squadra infarcita di fratelli e di giovani promesse, vedi “quelli del 2009”. Rodano torna a casa sconfitta, nell’orgoglio e sul campo, con la consapevolezza di essere stati più forti ma non più grandi. Troppe le occasioni sprecate, poco l’ardore messo in campo nei settanta minuti del Parroquial.
Dopo un incipit socio-pedagogico del Briso (“Meglio che siano qui a tirare due calci al pallone che in strada a drogarsi”) l’arbitro Tirelli fischia l’inizio del match, l’ultimo tassello della ventesima edizione della Coppa dei Cantoni. Nemmeno cinque minuti e Grossi Filippo sorprende Braglia con un potente tiro da fuori area. Il Rodano è scosso e fatica ad entrare in partita. Martignoni e Rinaldi provano ad alzare il ritmo, sprecando però due ghiotte occasioni davanti al portiere. E nel minuto di recupero del primo tempo, il raddoppio dei gialloblù. Tiro da posizione defilata di Macrillò, ribattuta di Braglia e tap-in di Martini Andrea, l’uomo del destino.
La ripresa vede l’arrembaggio dei pijamas, che le provano tutte pur di ribaltare l’esito dell’incontro. Punizione di Rinaldi da lunga distanza, Fioravanti incerto in uscita e Torri non si fa pregare due volte; incornata di testa e svantaggio dimezzato. Il pubblico è in delirio, vuole i supplementari. Grossi Filippo non è dello stesso parere e colpisce la traversa su punizione a dieci minuti dalla fine. Ma poco dopo l’episodio decisivo. Traversone in area e Farinelli Andrea sbraccia colpendo il pallone di mano, forse sbilanciato da un avversario. Tirelli fischia senza esitare e Iori firma il pareggio. 2-2 e supplementari.
Nei dieci minuti di extra time le emozioni sono poche, solo una conclusione di Grossi Filippo bloccata da Braglia con sicurezza. Si va ai rigori.
Ed è qui che la cronaca diventa leggenda, il quotidiano si fa storia, epos, mito. Nessun errore, fino all’undicesimo rigore del Cerro. Il portiere Fioravanti si fa ipnotizzare dal numero uno del Rodano e Melioli può chiuderla, riportando la Coppa a casa dopo undici anni. Ma la pressione è troppa e spara alto. Si va avanti. Così avanti che si riparte con i rigoristi. Fino a Martignoni. Fioravanti resta in piedi e respinge il tiro dal dischetto. Il Cerro è campione.
PAGELLE
IL CERRO
FIORAVANTI 7,5 Paga una indecisione in uscita sul primo gol, poi si riscatta con la parata che mette fine alla lotteria dei rigori. Dopo anni bui finalmente un portiere per Il Cerro. Nelson Dida.
ATTOLINI 7 Non vedeva una sufficienza dal voto di religione in seconda elementare, ma anche questo è il calcio. Sorprende per i suoi inserimenti (come, ad esempio, quello nella lista dei convocati) e sfodera una prestazione di tutto rispetto. Promosso senza debiti. Federico Gatti.
FARINELLI AN. 8 Il migliore in campo. Si riscatta di tutte le prestazioni sottotono mostrate in alcune delle partite precedenti e si incolla agli attaccanti avversari. È in serata di grazia e si porta a casa la sua seconda Coppa. Walter Samuel.
CERVI 6,5 Parte in sordina, poi prende coraggio e si muove in sincronia con tutto il reparto difensivo. Il padre può dormire sonni tranquilli. Federico Di Marco.
FONTANELLI E. 6,5 Esuberante e voglioso di ben figurare, si dimostra un osso duro per la contraerea del Rodano. Vince il derby con il fratello. Nacho.
CASTAGNOLI S. 7 Parte titolare e non sfigura, anzi. Match di intensità, il suo migliore in questa edizione della Coppa. Poco visibile all’inizio, si mette in mostra col passare dei minuti. Vince e si spera che l’anno prossimo non si paghi più la bolletta del campo. Ismael Bennacer.
GROSSI F. 8 Apre le danze con un bolide da fuori area che manda in bambola il Rodano e poi non si ferma più. Rapido negli inserimenti, rapido nel coprire gli spazi. Tra i migliori in campo, buona parte di questo successo è merito suo. Colpisce anche una traversa su punizione. Michael Folorunsho.
MAGRÌ 6,5 Si alza dalla panchina come Lazzaro ed entra in campo solo per battere il rigore. Già questo gli vale la sufficienza. In più lo realizza senza problemi. Leonardo Spinazzola.
FARINELLI AL. 6 Grintoso e con il giusto approccio mentale, a volte si complica da solo la vita. Perde qualche pallone sanguinoso in mezzo al campo, ma il suo lo fa, anche se è impreciso sotto porta con un colpo di testa solo da spingere in rete. Miralem Pjanic.
CASTAGNOLI F. 7 Ad inizio Coppa i maligni dicevano che giocasse con la 10 solo perché qualcuno dovesse indossarla per forza, li smentisce con una prestazione di carattere e sostanza. Non preciso in partita, chirurgico dal dischetto. Basta questo. Federico Chiesa.
MACRILLÒ 6,5 Suo il tiro da posizione defilata che insidia Braglia e permette a Martini Andrea di insaccare. Gestisce come può i palloni vaganti e non sfigura. Lamine Yamal.
MARTINI AN. 7 Benedetto dal Briso prima dell’incontro, raccoglie l’investitura e timbra il 2 a 0 con la scaltrezza di un rapace. Ma non erano quelli del Rodano le aquile? Harry Kane.
BULDRIGHINI 6,5 Spallate e gomitate, lacrime e sangue. Pressing generoso e, soprattutto, leader in campo a trascinare i suoi verso la leggenda. Un uomo in missione. Jon Dal Thomason.
MARTINI AL. 6 Isolato fin dall’inizio, predica nel deserto. Riceve qualche colpo proibito e, nasando l’aria, comincia a zoppicare a metà del supplementare. Ha uno slancio di orgoglio e si presenta sul dischetto, spiazzando il portiere. Franz Beckenbauer.
RODANO
BRAGLIA 6,5 Un’indecisione di troppo sul primo gol di Grossi Filippo che sblocca la finale. Le voci in panchina dicevano che, posizionato un metro più indietro, l’avrebbe potuta prendere. Sfortunato sul raddoppio, si esibisce con qualche intervento deciso e para un rigore nella lotteria conclusiva. Gianluigi Buffon.
FONTANELLI R. 7,5 Il vero capitano di Rodano, mette ordine negli spazi con tranquillità e carisma. Puntuale nelle chiusure e lesto nella lettura degli spazi. Il miglior difensore. Alessandro Nesta.
CORRADINI 6,5 Solida prestazione da centrale, si riprende subito dopo l’avvio terribile con una serie di interventi dotati di ottimo tempismo. Aster Vranckx.
MAYANI 6 Gioca con calma nel suo ruolo naturale di terzino, controlla senza troppi problemi le velleità avversarie. Ottimo il pressing sulle punte del Cerro ma pecca un po’ in fase di costruzione. Bryan Cristante.
MELIOLI 5,5 Un match un po’ sottotono, ha le qualità per provare qualcosa di più intrepido. Pesa sulle sue spalle il rigore sbagliato nella serie ad oltranza. Francesco Acerbi.
DI GIORGIO 6 Assai versatile (può scambiare addirittura il nome con il cognome), non si tira indietro nei contrasti. Perde un po’ la bussola alla fine con qualche intervento in ritardo. Ha sul piede la palla della vittoria ma calcia sul fondo. Nigel De Jong.
RINALDI 6,5 Prova a imbastire le azioni offensive del Rodano raccogliendo palloni a destra e a manca con i suoi tentacoli, ma manca sempre quel pizzico di lucidità nelle fasi decisive. Una presenza forte in mezzo al campo, ma pesano due occasioni di testa malamente sprecate. Manuel Locatelli.
KONDAKCIU 5,5 Un po’ spento, fatica a trovare la sua posizione in campo e si vede. O meglio, non si vede. Ha giocato partite migliori. Ivan Rakitic.
MARTIGNONI 6 Ala estremamente pericolosa sulla carta, si vede subito che non è serata. Un suo tiro insidioso finisce di poco a lato, così come un colpo di testa ravvicinato. Con la sua tecnica doveva fare di più. Infine, sbaglia il rigore decisivo e condanna i suoi. David Trezeguet.
FABOURE 5,5 Evanescente sulla fascia, non sfrutta i cavalli nel motore e risulta alla fine inconcludente. Leroy Sanè.
IORI 7 Spazia tra la mediana e la trequarti per disorientare i gialloblù, dimostrandosi continuamente pericoloso con le sue incursioni. Un po’ falloso ma tra i migliori in fase offensiva. Dan Ndoye.
BONI 5,5 La classe c’è, come la voglia. Manca la lucidità dei giorni migliori. Ottima la parte tecnica, meno la fase realizzativa. Lorenzo Insigne.
VECCHI 5 Gestisce dalla panchina i suoi nel primo tempo, qualche minuto nel secondo per scaldarsi in vista dei rigori. Pochi avrebbero scommesso sul suo ingresso: vederlo in campo dimostra che il Rodano condivide con gli Egizi il culto dei morti. Realizza il rigore ma neanche questo serve a cambiare il destino del match. Niclas Fullkrug.
SPITALERI 5 Entra convinto dei suoi mezzi e parte bene. Può infatti giocare sia a destra che a sinistra e, se necessario, allearsi con Calenda. Spirito indomito, forse l’attacco non è per lui. Mateo Retegui.
TORRI 6 Sua l’incornata che lancia la rimonta del Rodano. Qualche sponda fatta bene ma tiene pochi palloni quando attaccato. Si divora anche un gol che alla fine peserà nel bilancio finale. Andrea Belotti.