19243175_767127206801132_7811433245221427719_oMarcatori: 5’ Braglia D. (assist Bolognesi), 13’ Semeraro, 19’ Bolognesi, 22’ Braglia D., 36’ Morelli

Ammoniti: Martini, Semeraro, Bolognesi, Mazzieri

In ogni momento della vita esiste quell’attimo, quel confine sottile tra ciò che è stato e ciò che sarebbe potuto essere. Chissà cosa sarebbe successo infatti se la punizione a tempo scaduto di Zurlini avesse superato la barriera. Chissà. Ma la storia non si fa coi se e coi ma. Si fa coi gol. Si fa coi protagonisti, anche i più inaspettati.

Già, perché se per forza bisogna identificare la finale dell’edizione numero XV con il nome di uno dei giocatori in campo, quel nome non può che essere quello di Davide Braglia. D’altronde, chi mai se lo sarebbe aspettato? Un gol in sei edizioni della Coppa, e poi una doppietta in finale. Se Scampate raggiunge il Rodano a quota tre CdC, è soprattutto merito suo.

Ha vinto il collettivo, la squadra favorita, non per forza la più bella. Il Cerro ci ha creduto fino alla fine, ma non sempre le favole terminano nel migliore dei modi. Sono mancati gli uomini chiave nel momento del bisogno, ma arrivare in finale è stato già un mezzo successo. Eh sì però, già che sei lì, bisogna vincerla, dicono i maligni. Ma non tutte le sconfitte sono uguali. Il Cerro esce a testa alta. Con la promessa di riprovarci l’anno prossimo.

PAGELLE SCAMPATE

DAVOLI 6: Senza colpa alcuna nel tiro deviato da Semeraro, troppo statico invece sulla conclusione di Morelli. Poco male.

BRAGLIA P. 6: Poco impegnato dal leggero attacco avversario, regala agli spettatori l’ebbrezza di un liscio al limite della propria area. Sfortunato sul primo gol del Cerro.

BERTOLINI F. 6,5: Si attacca a Buldrighini e riesce a sopperire all’inferiorità fisica a suon di anticipi e spinte maliziose. L’esperienza aiuta. Conserva la lucidità necessaria per trascinare la squadra anche nell’ultimo quarto d’ora.

BEZZI 6: In pressione costante sui rari centravanti che si avventurano dalle sue parti, dove manca di qualità ci mette l’impegno. Meno si vede, è meglio è, si dice in tribuna. Talismano.

BERTOLINI G. 6: Si fa sentire più con le cattive che con le buone, azzarda anche un tiro che per la verità si rivela insidioso per Buldrighini. Da condannare la sceneggiata che inscena nella ripresa su un fallo inesistente e che fa sbroccare la panchina del Cerro.

GIOVANNELLI 6: Nella difesa si occupa della fascia sinistra, corre e morde i garretti degli avversari fino alla fine. Garanzia silenziosa.

BERTOLINI M. 6: La sua corsa elegante fa impallidire anche i migliori ballerini, oltre a sfidare la legge di gravità. Per usare un eufemismo, non in grande spolvero.

MAZZIERI 6,5 Il miglior centrocampista della Coppa per l’organizzazione non delude le aspettative. Prima tenta il gol da oltre trenta metri, di poco alto sopra la traversa, poi spaventa Buldrighini con un rasoterra a lato. Nella ripresa si fa innervosire e cala fisicamente, ma regge fino al fischio finale.

BRAGLIA D. 7,5: Una doppietta in finale alle Coppa la possono vantare in pochi. L’uomo che non ti aspetti, l’uomo che aveva segnato un solo gol in tutte le precedenti edizioni. Sblocca la partita con un’incursione rapace su un angolo di Bolognesi, sfruttando l’amnesia difensiva del Cerro. Poi sfrutta l’assist involontario di Castagnoli per sentenziare Buldrighini con un bolide alla sinistra del portiere. Man of the match.

MARTINI 6: Alla prima partecipazione vince il torneo. Bravo e fortunato. Aiutato dal fisico longilineo sgomita a centrocampo, a volte però nascondendosi un po’ troppo. Crescerà col tempo.

CRIVARO 6: Colui che in via Montegrappa e dintorni tutti si aspettavano, smette le vesti di bomber e si sacrifica per il bene comune. Nota dolente: manca clamorosamente il gol a porta vuota nel finale. Una rete che avrebbe risparmiato le sofferenze degli ultimi cinque minuti.

BOLOGNESI 7: Una prova che racchiude tutto quanto di buono combinato quest’anno. Oltre all’assist per il primo gol, si infila tra le maglie blu e punisce in mischia le incertezze difensive del Cerro. Corre più di chiunque in campo e trova il tempo anche di calciare addosso al portiere un disimpegno errato di Castagnoli. Vince giustamente il titolo di capocannoniere.

MISTER ROSSELLI 6,5: Quando gli venne affidata la squadra, dopo anni di atroci sofferenze, gli fu detto: “Riporta la Coppa a casa”. La missione si può dire compiuta. Rock’n’ross.

PAGELLE CERRO

BULDRIGHINI J. 5,5: Incerto sui primi due gol, dove pecca di reattività, anche se non ha tutte le colpe. Tanto sicuro nelle uscite quanto incerto quando c’è da lottare in area piccola. Sul terzo gol non può nulla. Per il resto, leader vero.

CONTI 6,5: Marca a uomo, molto stretto, senza concedere galanterie. È il primo a reagire dopo il forcing iniziale di Scampate, con un pericolo colpo di testa su calcio d’angolo che finisce di poco alto. Qualche incertezza nella propria area.

FONTANELLI 6,5: Un orologio svizzero nei colpi di testa, ingaggia un duello all’ultimo sangue con Bolognesi che, quando se la deve vedere con lui, fatica a toccar palla. Non riesce però nel miracolo di tenere unito un reparto difensivo barcollante.

CASTAGNOLI 5: Indeciso fino all’ultimo se pagellarlo per Scampate, visto l’assist incredibile che regala a Braglia D. Purtroppo per lui e per il Cerro emergono i limiti riscontrati nella fase finale del torneo. Troppe incertezze che compromettono un’intera partita. Per poco nella ripresa non concede il bis servendo un pallone d’oro a Bolognesi. Il Briso parla di Calciopoli; sarà vero?

TERRANOVA 6: Al contrario di altri suoi compagni, ci mette il cuore. Non gioca molto, è vero, ma nei minuti in cui è in campo si rende utile alla squadra. Qualche buona sponda e un paio di interventi in difesa. Forse la migliore partita per lui quest’anno.

ZURLINI D. 5,5: Paga gli ingranaggi difettosi del centrocampo del Cerro, ma alla sua prima finale in carriera non si fa travolgere dall’emozione. Nella sfida con Bertolini M. non sfigura assolutamente, anzi più di una volta avvia le ripartenze gialloblu.

MORELLI 6,5: L’ultimo ad alzare bandiera bianca. Il campione che si inventa il gol nel momento più difficile e da inizio all’assalto finale. E che gol. Una botta dalla distanza imprendibile per Davoli. Baluardo a centrocampo, dove spesso se la deve vedere da solo. Si accascia al suolo a dieci dalla fine e combatte gli ultimi minuti dolorante. Uomo vero.

ZURLINI S. 5: Le speranze di tutti, mister Persona in particolare, erano riposte soprattutto nel fenomeno gialloblu. Purtroppo stecca la partita decisiva, con una prestazione incolore e senza alcuno spunto. Assente ingiustificato. Non può che arrabbiarsi con sé stesso.

SEMERARO 5,5: Segna un gol grazie alla decisiva deviazione di un avversario. Si muove tra le linee, senza però cercare davvero il pallone. Anche lui sarebbe dovuto essere un possibile ago della bilancia, ma viene meno al suo ruolo. In più se ne va a dieci minuti dalla fine. Di una finale.

FAVALI 6: Vale per lui lo stesso discorso di Terranova. Gioca la sua migliore partita alla Coppa, quasi sorprendendo i suoi stessi compagni. Degni di nota la sua conclusione dal limite sul primo palo nella ripresa e, sempre nel secondo tempo, un tunnel fantastico che manda al Circolo Braglia D.

GAROFALO 5: Gioca peggio che nelle precedenti partite, quasi si nasconde. Non pressa, non spinge, non picchia. Se vuole diventare decisivo deve imparare a sfruttare il fisico. Se son rose fioriranno.

BULDRIGHINI M. 5,5: Lasciato solo là davanti come Gesù nel deserto, al contrario di quest’ultimo non si inventa miracoli. Ma qualcosa di più avrebbe potuto fare. Cosa? Nel secondo tempo appena entrato, su un traversone di Semeraro, non ci crede fino in fondo e sfiora il pallone con la testa, a tu per tu con Davoli. Poteva essere la svolta, ma non lo è stata.

MISTER PERSONA 6: Senza di lui, a detta di molti, il Cerro non sarebbe nemmeno arrivato alle semifinali. Riesce a trascinare i suoi a un risultato insperato, cioè mettere alle corde una squadra sulla carta molto più attrezzata fino alla fine. Ma si sa, Napoleone sceglieva i generali fortunati, non quelli bravi. Ed è mancata proprio la buona sorte.