Marcatori: 12′ Torri (R), 13′ Romagnani (C)
Assist: Melioli (R)
CRONACA
L’attesa di un nuovo inizio.
Scriveva Jules Renard: “Se si costruisse la casa della felicità, la stanza più grande sarebbe la sala d’attesa”.
Chissà se il buon Jules giocava a calcio, sicuramente non conosceva la Coppa Cantoni, a fine 800, a Parigi, non andava di moda.
La sala d’attesa comincia il 27 dicembre di ogni anno, serata staff, finito il calcetto, imbarazzante per livello tecnico, comincia la birreria, notevole per gli appetiti, dove si plasma l’edizione futura con ancora l’odore spirituale di quella terminata.
Poi passano i mesi, cominciano i messaggi WA, prime riunioni, maglie, campo, nuovi componenti staff, ricordi, playlist, squadre, stelline, piastra, bar, semina, video, Instagram, era meglio quando giocava Pino, calendario, arbitri, spesa, articoli…e arriva il fischio d’inizio. Fine della magia, parte la routine, per 23 giorni, e si sa, il 23 a Montecavolo non è un numero banale.
Con il fischio di inizio della prima partita, l’attesa saluta, ringrazia e se ne va, portandosi con sé quel velo di malinconia perché ciò che accadrà non sarà mai speciale come ciò che era, tanto, atteso.
Avete presente la trama del film/romanzo “La morte a Venezia” di Thomas Mann?
Ecco la cronaca della partita. Ciao!
Va beh, giusto perché mi danno 70 euro, aggiungo due note tecniche.
Rodano si dimostra più tecnica e propositiva, infatti passa in vantaggio con colpo di testa di Torri.
Dopo 4 secondi pareggia Cantone con altro colpo di testa, del buon Romagnani. Prima di ciò il nulla.
Nel secondo tempo ci ricordiamo un tiro di Iori parato, una punizione di Gabri Bimbi sulla barriera e un tipo che è passato con il monopattino a bordo campo urlando “forza Tripoli”…
Cantone più squadra ma dal gioco allegriano.
Rodano sembra abbia due del Carpi e uno del Milan prima squadra presenti dalla prossima partita.
Aspettiamo fiduciosi anche se, in questi anni, di fenomeni abbiamo visto solo Ferri Patrik, gli altri tutti molto simpatici.
1 a 1 e che la Coppa continui sotto la luce del Carpi.
PAGELLE
CANTONE
FERRETTI 7: ordinaria amministrazione, sul goal di Torri forse poteva uscire, ma fondamentalmente va anche bene cosi, la terra gira intorno al sole lo stesso.
LEONE 9: il migliore dei suoi. Se il più buono in campo non gioca a calcio ma lancia una bandiera in cielo come passatempo, si ragazzi, facciamoci delle domande sul movimento calcistico italiano post Sacchi. Aggiungiamo che Retegui è il centravanti della nazionale cosi ci facciamo ancora più male, insieme.
BIMBI G. 6: capitano e numero 10 insieme entra nel club esclusivo di Totti, Del Piero ed Oliver Hutton. La prestazione è ordinata senza lampi, diciamo una geometria da ultima ora il sabato mattina alle superiori.
ROSSI 6,5: se ho capito chi è apprezzabile, mi è parso anche con buone doti tecniche ma forse lo confondo con altro quindi profilo basso senza lasciarsi andare a troppe dichiarazioni precise.
FILIPPI 6/7: un terzino vecchio stampo con tanta corsa e un polsino sul braccio sinistro che non si è capito bene perché ma probabilmente era in tinta con il calzino quindi premio Max Mara 2024.
ROMAGNANI 7: di lui ci ricordiamo solo il goal, ma anche di Fabio Grosso ci ricordiamo solo un goal. A volte basta poco per passare alla storia. Se, come ha detto Marco Buldrighini, Cantone vincerà la ventesima edizione allora il suo goal odierno assumerà un’importanza capitale, altrimenti, è stato un sasso lanciato in un dirupo senza fine.
BIMBI A. 6,5: lottatore dai piedi buoni, le prende e le dà senza lamentarsi dimostrando attaccamento ai sani principi del Fight Club.
BENSO 6,5: sgasa che gasa da quanto gas ci mette per sgasare sul campo
FRANCHI 6/7: sarà l’età di chi scrive ma io non ricordo un’azione degna di entrare nel libro “Vent’anni di Coppa Cantoni, da Ferri a Magrì” che tra l’altro si può già prenotare a questo indirizzo www.amazon.it sezione alimentari e cura della casa.
BEZZI 6: come da tradizione un Bezzi alla coppa è sempre presente, probabilmente è la stessa persone che si presenta con movenze e somiglianze diverse ogni anno da almeno 18 anni.
FICARELLI 6,5: prestazione che passerà alla storia della cdc, solidità fisica e apprezzabile tocco di palla; a Luglio avrà il provino per il Bologna calcio, l’organizzazione gli manda un grosso in bocca al lupo.
GATTAMELATI 6,5: Mister “100 presenze” è riassumibile così: unico, irriverente, implacabile. Ha comandato la difesa sempre con il sorriso sulle labbra, anche quando il gioco si è fatto duro e difficile contro la Francia. In assoluto il migliore del Mondiale; da Pallone d’Oro e oltre. Ma è un difensore, un operaio con il frac. Come per Paolo Maldini resterà un sogno. Cit.
ZACCHINI 6: prestazione in linea con l’attuale governo Meloni.
VEZZOSI 7: caparbio e determinato, prova a combattere la noia con qualche scorribanda elevata a condizione di arrembaggio; inevitabilmente il concerto degli ACDC lo ha debilitato ma in lui non demorde mai, il fuoco del coraggio.
BEZZI…già commentato, cambia cognome.
RODANO
BRAGLIA 7: al sedicesimo minuto si addormenta letteralmente in campo, lo svegliano all’intervallo per fare pipì, ritorna in postazione e combatte la noia guardando gli highlights di Frosinone – Monza sul telefonino.
FONTANELLI 7: difensore di una volta, pochi fronzoli e molta concretezza, apprezzabile anche il tentativo di alzare la testa andando contro alla scuola italiana.
RINALDI 7,5: il migliore dei suoi. al primo tocco di palla si evince come sappia usare il mezzo in questione, non disdegna la lotta, finisce la partita in attacco ma neanche lui riesce nel miracolo di svegliare gli spettatori.
IORI 6,5: mezza punta, trequartista, falso nove, fantasista, libero di svariare…ha ragione Massimiliano Allegri, con 8 milioni di euro all’anno si vive meglio
TORRI 7: ha il merito del goal con un colpo di testa che ricorda il primo Gilardino, quando ancora non aveva scoperto quella cosa che fa rima con no.
DI GIORGIO 6: Giorgio VI del Regno Unito (nato Albert Frederick Arthur George; Sandringham, 14 dicembre 1895 – Sandringham, 6 febbraio 1952) è stato re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri reami del Commonwealth dall’11 dicembre 1936 fino al 6 febbraio 1952, giorno della sua morte.
Fu l’ultimo Imperatore d’India fino al 15 agosto 1947, pur mantenendo il titolo fino al 22 giugno 1948. Fu anche l’ultimo sovrano britannico a essere re di tutta l’Irlanda; infatti, sebbene l’Irlanda fosse divenuta completamente indipendente nel 1937, il sovrano mantenne comunque il controllo fino al 1949 e il titolo fino alla morte. Era il padre della regina Elisabetta II e di sua sorella Margaret ed il nonno materno del re Carlo III. Nacque dall’unione tra il Duca di York, in seguito divenuto re Giorgio V, e la principessa Maria di Teck, secondogenito dopo il fratello Edoardo.
Nel 1920 fu nominato dal padre duca di York e Conte di Inverness. Nel 1923 sposò nell’abbazia di Westminster lady Elizabeth Bowes-Lyon, dalla quale ebbe le due figlie, Elisabetta e Margaret. L’11 dicembre 1936, in seguito all’abdicazione del fratello Edoardo VIII, salì al trono prendendo il nome di Giorgio VI, poiché il suo primo nome Albert suonava troppo tedesco ed era stato già rifiutato dal nonno Edoardo VII. Fu incoronato il 12 maggio 1937 nell’abbazia di Westminster insieme alla moglie, la regina Elizabeth Bowes-Lyon; questa fu la prima incoronazione trasmessa dalla radio e registrata per la riproduzione privata dalla BBC.
Evento centrale del suo regno fu la seconda guerra mondiale, combattuta dal Regno Unito, alleato della Francia e poi anche degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica, contro le Potenze dell’Asse. Durante tutta la guerra, e in modo particolare durante il difficile periodo dei bombardamenti su Londra, seppe conquistare la stima e l’affetto dei suoi sudditi, rimanendo sempre saldamente in patria, rifiutando ogni fuga e contribuendo anzi, con i suoi discorsi radiofonici, a tenere alto il morale del paese durante la resistenza all’attacco subito dalla Germania nazista.[4]
Nel dopoguerra fu tra i principali promotori della ripresa economica e sociale del Regno Unito.
CORRADINI 7: nonostante sembri il cantante di una boy band anni 90, in campo è tignoso, caparbio e tecnicamente niente male. Bravo.
MAIANI 6: il più seguito dai follower della coppa, Giovedi sera dalle 21:30 alle 22:15 lo potete trovare al bar della coppa per firma autografi, selfie, brevi video per TikTok…
KODANKCIU 7: la potenza è nulla senza controllo, recitava una famosa pubblicità degli anni 2000. Lui possiede entrambe le cose. Il mondo è tuo, vai e diventa ciò che sei.
VECCHI 6/9/10: il voto si triplica come nei tuffi alle olimpiadi. Sei per la prestazione in campo, timida ma rispettosa verso l’importanza di un gioco, il calcio, nato in una terra di nobili e brexit. Nove per la gestione della squadra, dei cambi e dello stress. Dieci per la maglietta che scende dall’alto verso il basso senza trovare ostacoli degni di nota, la pancetta c’è ma è ben nascosta.
SPITALERI 10: la coppa non è solo goal e colpi di tacco. La coppa si organizza anche, e, soprattutto per ragazzi come Spita che, consapevoli di provenire da un altro sport, si siede in panchina con l’umiltà di chi conosce se stesso e quando entra in campo da tutto. Perché il più grande non è il più vincente.
Melioli 7: l’assist più bello mai visto alla storia della coppa cantoni. Lo potrà raccontare al suo commercialista.
ARBITRO
Zurlini 10: corre talmente poco che decide, finito il match, di andare a Riccione a mangiare un crescione. Di corsa.