Marcatori: Leone, 2x Buldrighini, Lorenzo, Boschini D.
Assist: Martini A. (su goal di Buldrighini), Pascarella (su goal di Lorenzo)

COMMENTO
Arrivo nell’anfiteatro del Parroquial e sembra il concerto dei Luna Pop anni d’oro, età media bassa, giovani, freschezza e voglia di stare insieme.
Il mio corpo mi impedisce di dirigermi verso il campo da calcio, sarà per la delusione mondiale (mancato), sarà per la delusione Champions (ovviamente mancata), sarà per la vista di certi esseri umani in braghe corte e calzoncini intenti a riscaldarsi ma coi piedi a casa but il senso del dovere chiama ed entro nella porta di ferro del 1923. Sono in campo.
Partiamo dall’estetica visto che metà di voi fa i video su Tik tok con la maglietta di marca. Divisa della Buca di una bellezza sconvolgente.
Divisa del Cerro apprezzabile, non ha l’effetto wow ma d’altra parte anche Damiano dei Maneskin ogni tanto si veste bene.
Metà dei giocatori non li conosco, l’altra metà facce note, qualcuno invecchiato, altri uguali a 10 anni fa.
Soliti riti, due chiacchiere, come sta lo zio, qualcuno guarda dalla tribuna sperando che la tipa lo guardi, altri camminano verso il centrocampo come fossero Ibra ma alla prima palla toccata diventano Massimo Giletti.
La partita è presto fatta.
La Buca gioca, il Cerro segna, con chi? Con la certezza della Coppa Lollo Leone con un destro punta da fuori area.
Pareggio di Lorenzo dopo una bella azione, ma proprio bella, della Buca tra Boschini D e Pascarella.
All’intervallo mi chiedo perché non sono a casa a guardare Report.
Poi mi ricordo che a casa c’è Thomas che salta sul divano quindi non potrei guardare Report. Mi riprendo e guardo il secondo tempo.
Direttamente da Milano a forza di Padel e risvoltino sbuca il Buddy Junior, per gli amici Deloitte, che ebbene si, ne butta dentro due ( goal di rapina dopo spizzata di Martini e rigore trasformato procurato sempre da Martini). Praticamente ha fatto il milanese, gli altri hanno lavorato, lui ha incassato.
A fine partita acuto di Boschini Davide che accorcia le distanze prima che Piermattei alle prese con una fame incontrollabile fischia la fine mentre ordine un panino salsiccia maio e insalata.

PAGELLE

IL CERRO

AQUILINI 7,5: il podcast di Cattelan è famoso perché parla per 32 minuti filati, lui uguale ma su due tempi.

BULDRIGHINI 8: lo guardi e pensi che a Snake con in mano il 3310 sarebbe forte, poi in campo stupisce tutti con una doppietta che grida vendetta al calcio. Oltre ai goal un bell’assist non sfruttato da un compagno.

CASTAGNOLI MATTEO s.v: purtroppo si rompe presto, in bocca al lupo

CASTAGNOLI FRANCESCO 6,5 : la fama lo procede, in campo si vede che ci sa fare ma non incide come vorrebbe e soprattutto come vorrebbe il suo procuratore a bordo campo.

FARINELLI ANDREA 7: è come il Kinder Bueno nello scaffalino del bar a destra della cassa, sai che c’è, non lo compri mai ma due occhiate le butti sempre. Sicurezza

ATTOLINI 6 +: sfiora il goal. Peccato. Capita. Dai, domani è un altro giorno

MAGRI 6: assediato dalle fan, si nasconde in campo per sfuggire alla ressa della folla. Lo diciamo una volta per tutte, NON è RICCARDO SCAMARCIO

LEONE 8,5: eh già, tutti fenomeni ma poi quando prude la parte tra la schiena e le ginocchia ci deve pensare il vecchio Lollo. Goal e quasi assist. Leader.

CATELLANI 7,5: corre in fascia avanti e indietro avanti e indietro avanti e indietro. Motorino, cinquantino, Phantom, monopattino truccato, bici elettrica, fate voi

BEZZI ////: la sua pagella sarà pubblicata direttamente sulla pagina Facebook della Coppa dei Cantoni Giovedi 9 giugno alle ore 14:00. Vi aspettiamo

MARTINI ALEX 7,5: assist per il buddo, lascia il rigore al buddo, esce per far entrare il buddo, ride alle battute del buddo che non fanno ridere, cede la doccia calda al buddo, rinuncia all’ultimo panino con la coppa per il buddo, paga la quota d’iscrizione al buddo che finge un portafoglio a casa. Generoso o buddodipendente.

MARTINI ANDREA 6,5: praticamente è come il fratello con la differenza che il fratello dopo la A ha aggiunto tre lettere, lui per fare il figo dopo la A ne ha aggiunte 5 ma per il resto uguali

BAGNOLI proprio non lo abbiamo capito quindi non lo pagelliamo ovvero passa in panchina 54 minuti su 60 ma nei 6 minuti in campo ne scarta sei, fa il doppio passo a due, va il doppio degli altri ed è pure tatticamente educato quindi la domanda è o Bagnoli è un fenomeno assoluto emarginato oppure il cerro sa cose su Bagnoli che noi non sappiamo tipo che se gioca più di sei minuti diventa improvvisamente scarso comunque il dubbio rimane

LA BUCA

SALVINI 7: se un portiere che prende tre goal prende 7 vuol dire che ha preso 7 perché se lo merita anche se ha preso tre goal….meme Messi.

BOSCHINI G 6, 5: affidabile come le gomme termiche quando nevica a Cervarezza.

GOLINELLI 5,5: tira 39 volte verso la porta perché praticamente nel joystick era finita un po’ di Fanta e si era bloccato il tasto del tiro

CATTINI e MASCIULLI 6: risparmio sulle righe

TIRELLI 5,5: da lui ci si aspetta geometria invece viene fuori diritto costituzionale

AGUSTI @: rendiamo la pagella di Agusti interessante per il lettore rispondendo a una domanda arrivata in redazione, perché il simbolo @?
Il segno @, presente come separatore negli indirizzi di posta elettronica, detto anche a commerciale sulla scorta dell’uso anglo-americano di commercial at, per riferimento all’ambito in cui è stata a lungo impiegata, è indicato nell’italiano comune, ancorché legato al settore specialistico dell’informatica, dalla voce chiocciola.
Questa forma è presente in ZINGARELLI già nell’edizione 1998, in GRADIT 2000, glossata come gergale, in DISC a partire dall’edizione 2003 come nome comune, ma con riferimento al settore informatico, e in Devoto-Oli 2002-2003 (mentre non era presente nell’edizione 1996) senza glosse. Ovviamente la voce trova la sua motivazione nella forma che ricorda la spirale della conchiglia del mollusco; la forma del resto aveva già motivato l’uso del termine nella grafica per indicare un ‘fregio a forma di chiocciola’ come attesta il GDLI 1961-2002 che cita Tommaso Garzoni (La piazza universale di tutte le professioni del mondo, Venezia 1601, 1585 prima ed.).
Per l’inglese at, che ZINGARELLI, a partire dall’edizione 2000, DISC e Devoto-Oli danno come sinonimo di chiocciola – il solo ZINGARELLI dà anche a commerciale – è indicata la data di ingresso nella nostra lingua nel 1986 da DISC, 1996 in ZINGARELLI e fine secolo XX da Devoto Oli; nessuna datazione invece per chiocciola in questa particolare accezione.
At è in inglese particella locativa con valore di ‘presso’ e coincide in larga parte con la preposizione italiana a. Per ciò che riguarda l’origine del segno grafico si pensava a un modo dei trascrittori amanuensi di scrivere ad latino e che lo “svolazzo” fosse in realtà una d secondo la scrittura onciale, un antico modo di scrivere usato dal III all’VIII secolo e dall’VIII al XIII secolo soprattutto nelle intestazioni e nei titoli.
L’ipotesi avanzata dal paleografo americano Berthold Louis Ullman in Ancient Writing and its Influence, New York 1932, p. 187 è stata messa in discussione da Giorgio Stabile, docente di Storia della scienza dell’Università “La Sapienza” di Roma, che nel corso di una ricerca portata a termine nel 2000 per l’Istituto Treccani ha constatato che il simbolo sembra trovarsi solo in testi posteriori che adottano la scrittura mercantesca, ovvero la grafia commerciale usata dai mercanti italiani a partire dal tardo medioevo. Nel suo articolo L’icon@ dei mercanti sono ripercorsi i passi che lo hanno condotto a sostenere che in origine il simbolo indicasse in realtà la parola anfora nel suo valore specifico di unità di misura, di capacità e di peso, usato già nell’antica Grecia e a Roma. Stabile cita la Nota di Paleografia Commerciale (per i secoli XIII-XVI) di Elena Cecchi in appendice alla raccolta di Federigo Melis, Documenti per la storia economica dei secoli XIII-XVI con una nota di Paleografia Commerciale di Elena Cecchi, Firenze Olschki 1972 (Istituto Internazionale di Storia economica “F. Datini” Prato, Pubblicazioni – Serie I. Documenti, 1) in cui a p. 569 un elenco delle più diffuse abbreviazioni commerciali usate nei secoli XIII-XVI si apre con l’indicazione “a (con svolazzo in senso antiorario) = anfora”. Nello stesso volume di Melis, a p. 114, è presente la trascrizione di una lettera da Siviglia del 24 maggio 1536 del mercante toscano Francesco Lapi nella quale si trova la voce anfora come unità di misura; voce che nel documento originale di cui è riportata la foto è appunto indicata con il simbolo @.
D’altra parte, nota Stabile, il termine spagnolo arroba, che indica @ in Spagna e in America Latina (derivato dall’arabo rub’a “un quarto” usato come unità di misura), designava un tempo sia una unità di peso (25 libbre) che una misura di vino e era tradotto proprio con amphora nel Vocabulario español-latino dell’umanista e grammatico Antonio Martínez de Cala y Jarava, conosciuto come Antonio de Nebrija, edito a Salamanca nel 1492.
Sembra quindi confermato che @, introdotto in ambito commerciale probabilmente da mercanti italiani, fiorentini o veneziani, sia stato in origine il “rappresentante” di anfora ‘unità di peso o capacità’ . Naturalmente proprio in grazia di questo significato è probabile che fosse seguito assai spesso da un valore numerico.
Successivamente considerato semplicemente come una a, scisso quindi dal termine di cui sarebbe stato originariamente simbolo, e forse anche perché seguito sovente da un numero, è stato usato nel linguaggio contabile anglosassone come commercial at col valore di ‘at a price of’ (‘al prezzo di’) seguito da un valore numerico indicante la quantità di moneta. Come tale sembra attestato a partire dal XVIII secolo e secondo l’autore di La storia di @, un articolo pubblicato in Internet datato 28 gennaio del 2004 (http://mau.aperion.it/wordpress/la-storia-di/), se ne troverebbe traccia presso la Biblioteca del Congresso, in alcune carte di George Washington e sicuramente sarebbe più volte presente in una fattura datata 20 settembre 1779. Con questo valore è tuttora in uso nelle transazioni di borsa via Internet come rileva anche lo stesso Stabile.
D’altra parte in Italia, sempre come “rappresentante” della lettera a viene usato, presumibilmente come equivalente di Addì , nel XIX secolo come testimonia Il Libro del Sacro Monte de’ Morti della confraternita del SS. Rosario di Castel Sant’Angelo datato 1803, documento descritto e documentato con foto da Marco G. in La storia della chiocciola @, apparso in internet nel giugno 2005. In questo documento infatti ciò che precede la data di morte nell’elenco dei sostenitori del Monte, in altri casi indicato con il consueto Li, è appunto il segno @.
In sostanza ciò che sappiamo per certo è che @ è un modo di trascrivere a, che nella grafia mercantesca indicava l’unità di misura espressa dal termine anfora e che le attestazioni riferibili a questo valore risultano al momento le più antiche. Sappiamo anche che nei secoli successivi in area anglosassone ha il valore contabile di at (the price of ) mentre in area italiana sembra usato come abbreviazione di Addì il che potrebbe reintrodurre l’antica ipotesi di una trascrizione di ad di Ullman, che però non sembra al momento trovare a sostegno testimonianze coerenti dal punto di vista cronologico.
Più chiaro ovviamente il seguito della vicenda del carattere: l’introduzione del carattere nella tastiera della macchina da scrivere pare databile al 1884 nella Caligraph No. 3 Commercial model con il suo valore commerciale di area anglosassone; e fra i caratteri disponibili nella tastiera l’ingegnere e programmatore americano Ray Tomlinson nel 1972 lo scelse perché tanto inusuale da essere inequivocabile come separatore, ma anche per il significato ‘presso’ che at ha nella lingua inglese corrente, negli indirizzi di posta elettronica per ARPANET, la rete universitaria di origine militare da cui sarebbe nata Internet.
IATTARELLI 5,5: la numero dieci pesa sulle spalle, non incide, prossima partita consigliamo una più umile 6 che da meno nell’occhio.
BOSCHINI DAVIDE 6,5: il goal all’ultimo minuto è un mix di esperienza e…il portiere della squadra avversaria che non ha parato perché alla fine la vita è molto più semplice di quello che pensiamo, sempre
SALSI MATTEO (879000 risultati su Google)
CASELLI 7: difensore centrale che nasce da un mix tra Stam, Montero, Bruce Harper e Montalbano
LORENZO 7: come Fabio grosso l’uomo del destino, farà grandi cose il regazz
PASCARELLA 6: senza pacchetto di paglie in panca perde i super poteri. Dimostra buone doti tecniche, questo fa molto Gazzetta dello Sport.
BARTOLI: autovalutati e scrivici all’email della coppa, grazie. Però non fare il modesto.